Brigata Maiella

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Biografia Ettore Troilo

Prima Della Guerra
Ettore Troilo è stato un avvocato e partigiano italiano, noto soprattutto per essere stato il comandante della Brigata Maiella. Troilo nasce il 10 aprile 1898 a Torricella Peligna, un piccolo paese in provincia di Chieti e muore il 3 maggio 1974 a Pescara. Dopo aver partecipato alla Prima Guerra Mondiale, si laurea in giurisprudenza e diventa avvocato, lavorando a Pescara e Milano. Era un uomo dai forti ideali democratici e antifascisti, che lo portarono a scontrarsi con il regime di Mussolini. Durante il Ventennio fascista nonostante le difficoltà e le restrizioni, mantenne sempre un atteggiamento critico nei confronti della dittatura.Nel 1943 a seguito dell’occupazione tedesca, l’Italia centrale diviene teatro di massacri e violenze. Nel dicembre del 1943 Troilo comincia ad aggregare civili ed ex soldati, nel piccolo paese di Casoli, avamposto dell’esercito inglese. A differenza di altre brigate, la Maiella non aveva un’ideologia politica precisa, ma si basava su un forte spirito patriottico, repubblicano e sulla volontà di liberare il Paese dall’occupazione nazista. La Brigata Maiella è una brigata partigiana sui generis perché sin dal giugno del 1944, dopo la liberazione di Sulmona, è aggregata all’ottava armata inglese a sua volta aggregata all’esercito polacco. La Brigata Maiella combatte al fianco degli Alleati dalla liberazione dell’Abruzzo fino all’altopiano di Asiago, in Veneto.
Dopo La Guerra
Con la fine del conflitto, Troilo ha continuato il suo impegno per la democrazia. È stato nominato prefetto di Milano, ma poi rimosso per le sue posizioni antifasciste e progressiste. Successivamente si è dedicato all’attività politica e civile, lavorando per la ricostruzione dell’Italia e la difesa dei valori della Resistenza.
il 2 maggio 1965, a Sulmona, la Brigata Maiella riceve la Medaglia d’Oro al Valor Militare, consegnata al comandante Ettore Troilo, dal ministro della difesa Giulio Andreotti per decreto del presidente della repubblica Antonio Segni.
Ecco uno stralcio delle motivazioni:
“In 15 mesi di asperrima lotta sostenuta contro l'invasore tedesco con penuria di ogni mezzo, ma con magnifica esuberanza di entusiasmo e di fede, sorretti soltanto da uno sconfinato amore di Patria, i Patrioti della Maiella, volontari della Libertà, affrontando sempre soverchianti forze nemiche, hanno scritto per la storia della risorgente Italia una pagina di superbo eroismo”
Troilo muore nel 1974, lasciando un’eredità di coraggio e impegno per la libertà. La sua figura è ancora oggi simbolo della lotta per la giustizia e la libertà del popolo italiano.

Biografia Gilberto Malvestuto

Gilberto nasce a Sulmona il 17 aprile 1921, studia nell’Istituto Magistrale dove conosce Leda Comitis, che diventa la sua compagna di vita e con la quale condivide anche gli ideali antifascisti. Chiamato a servizio militare obbligatorio nel 1940, fù destinato al Reggimento Carristi di Vercelli, due anni dopo viene trasferito a Bologna per frequentare il corso allievi ufficiali. Con l'armistizio del’ 8 Settembre abbandona l’esercito e torna nella sua Sulmona dove sfugge numerose volte all’arresto da parte delle truppe tedesche che avevano occupato la penisola.
VITA CON LA BRIGATA
Il 21 aprile 1945 Gilberto Malvestuto è protagonista e testimone della liberazione di Bologna. Gilberto si trova a Castel San Pietro Terme, a 20 chilometri da Bologna, quando la Brigata Maiella riceve l'ordine di liberare la città. Il 21 aprile, la quarta Compagnia avanza dalle prime ore del mattino, sulla via Emilia, senza incontrare ostacoli. Procedendo insieme alla prima Compagnia protegge il fianco di due Compagnie polacche alleate. L’ingresso nella città da porta Mazzini fu trionfale: migliaia di persone si riversarono per le strade, da via Rizzoli a piazza Maggiore accolsero le truppe con bandiere, volantini e urla di gioia. Malvestuto ricorda quel momento come indimenticabile, tra la folla festante e la gioia indescrivibile per la liberazione. Quella stessa giornata, Malvestuto fu invitato a colazione da una famiglia bolognese che lo accolse con calore, offrendogli cibo di buona qualità rispetto a come era abituato. Quel gesto di gentilezza, che non dimenticherà mai, rimase un ricordo indelebile di un'ospitalità emiliana che ha sempre avuto nel cuore. Gilberto, ripensando a quei giorni, torna indietro nel tempo, ai suoi vent'anni e ai mesi passati presso il corso Allievi Ufficiali a San Ruffillo. Mai avrebbe immaginato che poco dopo sarebbe tornato in quelle stesse strade, ma questa volta da liberatore.
DOPO LA BRIGATA MAIELLA
Dopo la guerra, Gilberto Malvestuto torna alla vita di tutti i giorni e inizia a lavorare come capostazione nelle stazioni di Carrito e Sulmona. Nel 1948 si sposa con Leda e insieme hanno tre figli. Non smise mai di portare avanti i valori per cui aveva combattuto: diventò un punto di riferimento per la memoria della Resistenza, fondando l’Associazione Nazional ex Combattenti della Brigata Maiella e guidando la sezione di Sulmona per più di vent’anni. Negli anni ‘90 fu anche Presidente dell’Istituto Abruzzese per la storia della Resistenza e dell’Italia contemporanea e, proprio mentre era in carica, nel 1991 ricevette la telefonata del sindaco di Bologna Renzo Imbeni: la città di Bologna voleva consegnare alla Brigata Maiella il premio “Nettuno d’oro”. Gilberto è stato sempre molto attivo in eventi, conferenze e incontri nelle scuole, sempre pronto a raccontare cosa significasse davvero lottare per la libertà. Anche dopo aver compiuto 100 anni non smise di partecipare alle commemorazioni e diffondere il suo messaggio di libertà . Nel 2021, per il suo centesimo compleanno, la città di Sulmona lo premia con il “Sigillo d’oro di Re Ladislao”, un riconoscimento molto importante per tutto quello che aveva fatto. Fino all’ultimo giorno della sua vita, nel marzo del 2023, Malvestuto è rimasto un simbolo di impegno e coraggio.

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Bibliografia per approfondire

Costantino Felice, Dalla Maiella alle Alpi. Guerra e Resistenza in Abruzzo, Donzelli 2014
Marco Patricelli, I banditi della libertà, Utet 2005
AA. VV Diario storico della brigata Maiella
Marco Serena, I ragazzi della Maiella. Le operazioni della brigata sul fronte romagnolo (1944-1945) Bacchilega 2005
Ennio Pantaleo, Avevo solo 14 anni, si trova in pdf in rete
Gilberto Malvestuto, Sulle Ali della Memoria: per non dimenticare, Amministrazione Provinciale dell'Aquila, 2010.